13 DICEMBRE 2011: “CI SIAMO!!!”

13 12 2011

Oggi 13 dicembre 2011 nell’aula magna dell’Istituto Leonardo da Vinci Le classi 3^ e 5^ Liceo hanno presentato il Progetto”Il Clima cambia noi cambiamo” ad un pubblico numeroso tra cui era presente Il sindaco della città, Arch. Andrea Sala, numerosi Presidi delle scuole cittadine, insegnanti ,alunni ,un rappresentante dell’Associazione VigevanoSostenibile nonchè la stampa locale.

Ringraziamo tutti i partecipanti e vi lasciamo godere la presentazione.  





Riscaldamento e cambiamento climatico Durban: proteste per una “giustizia climatica” a Cop 17

4 12 2011

 

Migliaia di persone hanno chiesto a Durban una “giustizia climatica”. Ripercorrendo temi non nuovi al Sud Africa, i manifestanti si sono schierati contro un “apartheid climatico” a conclusione della prima settimana del summit mondiale dell’Onu sul Clima. Un sacerdote tra i dimostranti:

“Ne va del nostro futuro. C‘è necessità di un futuro sostenibile. Dobbiamo agire e farlo rapidamente in modo da mettere questo pianeta su una via sostenibile. Al momento stiamo distruggendo i nostri sistemi di sostentamento”.

Sono due le questioni che tengono banco a Cop 17, la “Conferenza delle parti”: una mini Kyoto 2 fino al 2015 e come riempire il fondo verde per il clima.

“C‘è la consapevolezza – dice la segretaria della Convenzione Quadro sui Cambiamenti Climatici -che l’adempimento del protocollo di Kyoto è critico e che dall’approvazione di questo dipende il successo di Durban. Ma non basta. Ci aspettiamo un accordo sui contenuti del Kyoto 2, insieme all’avvio di un processo per un accordo quadro più ampio”.

Terminati i meeting tecnici, il 6 dicembre si incontreranno i capi di stato e di governo. Se il summit non dovesse raggiungere risultati vincolanti, sono previste manifestazioni stile Occupy Wall Street.





A Durban 200 Paesi per il futuro della Terra

4 12 2011

Vertice mondiale Onu sui cambiamenti climatici: nazioni e ong riunite per salvare il Pianeta

30 novembre

Energia elettrica dalle biciclette a Durban

Durban, i punti sul tavolo

Sara’ in Qatar, il Paese che emette piu’ CO2 pro-capite (53,4 tonnellate all’anno, tre volte quelle di un americano e 10 quelle di un cinese), la prossima Conferenza mondiale dell’Onu sui cambiamenti climatici (dal 26 novembre al 7 dicembre 2012). L’annuncio e’ arrivato dalla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Unfccc) dal vertice in corso a Durban in Sudafrica (la 17/a Conferenza delle parti, in breve Cop17), e dove i Paesi ALBA (Venezuela, Cuba, Bolivia, Ecuador, Honduras, Nicaragua, Dominica, Saint Vincent e Grenadine, Antigua e Barbuda), si sono mostrati preoccupati dall’ipotesi di un periodo senza il protocollo di Kyoto e hanno chiesto di non fare altri ritardi per un accordo fino al 2020. ADurban il Wwf, l’Oxfam, e l’International chamber of shipping (che rappresenta oltre l’80% della flotta mercantile mondiale) hanno avanzato la proposta di tagliare ulteriormente le emissioni di gas serra derivanti dal traffico marittimo internazionale (pari al 3% del totale), chiedendo all’Organizzazione marittima internazionale (Imo) una regolamentazione chiara attraverso incentivi e norme globali.

Intanto si definiscono le posizioni dei diversi governi al tavolo dei negoziati, sia sul protocollo di Kyoto che sull’accordo globale. Secondo alcuni osservatori scientifici infatti i due nodi potrebbero viaggiare su uno stesso percorso: quello che si dice e’ che potrebbe diventare ”accettabile” un impegno sul prolungamento del protocollo di Kyoto (in forma emendata) ”in cambio di un impegno sul trattato globale” di lungo periodo. L’Ue sarebbe pronta a un nuovo accordo sulla riduzione delle emissioni da realizzare per il 2020. Gli Usa (che non hanno ratificato il protocollo di Kyoto) si dicono contrari a un accordo che non includa i Paesi emergenti, come la Cina; sulla stessa linea la posizione di Russia e Giappone comunque contrari a un Kyoto 2. Sul Canada continua a girare la voce che possa uscire da Kyoto gia’ quest’anno. Infine i Paesi ALBA hanno ricordato ai Paesi sviluppati di assumersi le responsabilita’ per le maggiori emissioni del passato, e definendosi preoccupati dalla possibilita’ di un periodo senza Kyoto chiedono di riaprire il dibattito sul Fondo verde per il clima (100 miliardi di dollari all’anno entro il 2020).

 





Ed ecco il nostro Ecoregolario!!

4 11 2011





Sul sito del Wwf è possibile calcolare l’Impronta ecologica di acquisti virtuali

2 10 2011

 

Spesa, arriva il carrello che misura l’eco-impatto

Quanto influisce un pomodoro sullo stato dell’ambiente? E una bistecca? Quanto costano in termini di risorse naturali i nostri acquisti? Per saperlo si può utilizzare un “carrello della spesa” speciale. Wwf e Mutti, infatti, con il supporto della Facoltà di Agraria e del dipartimento di ecologia ambientale dell’Università della Tuscia hanno messo a punto un “carrello della spesa” virtuale che permette di calcolare l’impronta ecologica degli acquisti, sia per quanto riguarda il contributo alle emissioni di anidride carbonica che per quanto attiene al consumo idrico. La metodologia utilizzata è quella dell’analisi del ciclo di vita dei prodotti, che permette di calcolare “dall’azienda alla forchetta” il consumo di risorse naturali necessario per realizzare un determinato prodotto, e l’Impronta ecologica che consente di calcolare l’impatto in termini di emissioni di anidride carbonica.

Per saperne di più:www.improntawwf.it

 





GREENWASHING. COSA SIGNIFICA?

7 09 2011

Il greenwashing continua a spopolare tra numerose aziende. I pubblicitari infatti sanno bene che ormai sono la maggioranza i consumatori che stanno attenti ai messaggi che contengono riferimenti ambientali, che denotano attenzione da parte delle aziende alla natura e alla sostenibilità. La responsabilità sociale nei confronti dell’ambiente è diventato un fattore di marketing determinante, nessuna grande azienda si presenterebbe ai clienti senza credenziali verdi.
Tutta questa politica ha però un forte rischio, peraltro evidenziato da numerosi casi: che l’immagine verde sia solo di facciata, che la pubblicità serva a dare una bella lavata a ciò che tanto pulito in realtà non è.
Questo fenomeno, per chi ancora non conoscesse il termine coniato solo un paio d’anni fa’, è il greenwashing, letteralmente lavaggio verde, che indica proprio come tante aziende sfruttino le tematiche ambientali solo per darsi un’immagine ben rivendibile con lo scopo di deviare l’attenzione dagli impatti negativi in realtà prodotti. Del Greenwashing ne avevamo parlato già tre anni fa’ in occasione della mostra “Greenwashing: ambiente, pericoli, promesse e perplessità” tenutasi a Torino.
Ora l’argomento, molto più conosciuto oltreoceano, torna alla ribalta in Italia, dopo il convegno di Assolombarda “La sostenibilità come leva di Marketing: la comunicazione oltre il Green Washing”, importante convegno tenutosi a Milano, in cui si sono analizzati i metodi della comunicazione sostenibile e sono state fornite le linee guida su ciò che, invece che azioni sostenibili, sono percepite o rappresentano concretamente casi di greewashing.
Sui casi di greenwashing ci viene in aiuto l’esperienza di Fred Pearce sul Guardian, che ha da sempre denunciato proprio questo ambientalismo di facciata, facendo numerosi esempi che lasciano davvero perplessi.
Proprio per denunciare il fenomeno è attivo il sito web statunitense Greenwashing Index, che permette agli utenti di valutare e misurare il grado di reale sostenibilità semplice “lavaggio verde” delle aziende.
Qualche esempio di greenwashing? Tempo fa’ in Inghilterra l’Authority ha multato la Shell colpevole di uno spot che dichiarava che l’estrazione di petrolio dalle sabbie bituminose del Canada era sostenibile, nonostante le emissioni dovute all’estrazione e alla raffinazione siano fino a dieci volte superiori a quelle tradizionali del greggio.
Uno dei “lavaggi verdi” che ha fatto notizia è la campagna di qualche anno fa’ di Eni: l’idea di non far portare la cravatta in ufficio avrebbe permesso di alzare di un grado la temperatura di tutti i condizionatori e avrebbe permesso così una mancata emissione di circa 140 tonnellate di anidride carbonica. Cosa c’è di male in questi dichiarazioni? Beh, diciamo che i numeri non sono propriamente altisonanti se si pensa che tali emissioni equivalgono a quelle annuali prodotte da soli 15 – 20 italiani. Tenendo conto che le emissioni di Eni e dei suoi circuiti produttivi (produzione elettrica compresa) sono di centinaia di milioni di tonnellate di CO2, e che il fatturato lo permette, un gesto come quello della cravatta va bene ma per far credere di essere dei paladini della sostenibilità servirebbe forse qualcosa di più.
Un caso recentissimo: il Giurì ha censurato la pubblicità di Ferrarellea causa della scritta “impatto zero” sulla bottiglia: per la produzione di un tipo di bottiglie, Ferrarelle compenserà la CO2 emessa con la creazione e la tutela di nuove foreste. Lodevole, certo. Ma la frase “impatto zero” è ingannevole perché lascia intendere la co2 è interamente compensata, e questo non è vero. Nuovo caso di greenwashing, dunque.
Questi sono solo gli esempi più eclatanti, ma l’elenco potrebbe essere lunghissimo e chissà quante truffe del genere rimarrebbero nascoste. Importante è informarsi, cercare di capire quando la nostra voglia di sostenibilità è ingannata, quando anche tramite le nostre scelte aiutiamo inconsapevolmente a rendere possibile il greenwash.
A tal proposito la rete può aiutarci: esistono due siti che provano a pubblicare informazioni su quello che è veramente verde ed ecologico. Il primo è GoodGuide creato dal Mit che classifica molti prodotti di consumo dando un giudizio secondo tre parametri: salute, ambiente e sociale. Il secondo è GreenWikia, che come i suoi fratelli Wikia e Wikipedia si basa sul crowdsourcing, la possibile partecipazione di tutti, cercando di rendere disponibili informazioni davvero green.





7 09 2011

 Veloce ed ecologico, il pony express è a pedali

Sfidano il traffico e spesso arrivano prima delle auto: in bici, i corrieri eco friendly percorrono anche 80 km al giorno. Il tutto, a zero emissioni
Postini stilosi. I Bike messenger, i pony express in bicicletta, «una sorta d’incrocio tra surfer e  postini stilosi» (da BikeSnobNyc, Bike Snob, Manifesto per un nuovo ordine universale della bicicletta, Elliot).L’idea è nata all’estero.I bike-messengers si sono visti per la prima volta a San Francisco alla fine degli anni Settanta. A New York ci sono da quarant’anni, a Berlino da trenta. A Londra, Vienna, Copenhagen, Parigi, Sydney e Tokyo sono una realtà ormai da anni. In Italia sono arrivati nel settembre 2008.

Ubm. Urban Bike Messenger (Ubm) è il primo servizio di consegne veloci in bicicletta nato in Italia, a Milano. Trasportano tutto ciò che sta nelle loro borse fino a un massimo di cinque kg (documenti cartacei, inviti, regali, materiale fotografico, libri, dvd, cd, orologi, pezzi di ricambio, chiavi, medicinali). Con il servizio cargo arrivano a cinquanta. Sono facilmente riconoscibili: casco in testa, occhiali scuri, giubbotto e borsa nera sulle spalle. Spiega Roberto Peja di Ubm: «Garantiamo una consegna, all’interno della cerchia delle mura, entro i 45 minuti abbattendo i tempi di tutti gli altri corrieri motorizzati, ci tocca battagliare se dobbiamo spingerci oltre ma ci difendiamo egregiamente».

Non li ferma nessuno. Gli Ubm non si fermano mai, neppure in caso di pioggia o neve. «Io, in un giorno, ho percorso 114 chilometri, dentro Milano, per circa trenta consegne, record assoluto! Il fatto che non conosciamo pause e non temiamo nulla e testimoniato da quel famoso 22 dicembre in cui l’eccezionale nevicata bloccò tutto, tranne le nostre spedizioni, il nostro fiore all’occhiello» (Roberto Peja).

Quanto costano. Le tariffe sono simili a quelle dei concorrenti “a motore”: dai 9 ai 20 euro a consegna, a seconda dell’urgenza. I prezzi scendono se si sceglie un abbonamento: dieci consegne = 65 euro; 25 consegne = 150 euro; cinquanta consegne = 280 euro; cento consegne = 550 euro (iva inclusa). Il servizio è in funzione dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 18 e, oltre a Milano, hanno aperto anche a Bologna. Tra i clienti: Prada, Guna, Fai, Legambiente, Coldiretti, Università degli Studi di Milano Bicocca ecc.

Soddisfano ogni richiesta. «Spesso delle persone ci chiamano per delle richieste inaspettate. […] Siamo andati a ritirare degli esiti di esami per una persona malata che non poteva uscire di casa e il corriere ha dovuto anche fare una fila di attesa bella lunga: chiamavano il n° 8 e lui era il 39! […] Consegniamo un mazzo di fiori per un innamorato che vuole stupire la sua tipa; le chiavi di casa all’impiegato smemorato, il telefonino ecc. Quindi non solo aziende e corrispondenza ordinaria, ma anche i casi straordinari nella quotidianità di ciascuno di noi» (dal blog di Ubm).

Vantaggi. I Bike Messenger non inquinano, non hanno problemi di code o imbottigliamenti e possono circolare sempre e ovunque: nelle zone a traffico limitato e nei giorni di blocco della circolazione. Possono prendere scorciatoie come i parchi cittadini o i ponti pedonali. Non hanno e non creano problemi di parcheggio. In più, non aggiungono ulteriore traffico e sono silenziosi.

18 bici valgono un’auto. «Si possono parcheggiare diciotto biciclette al posto di un’auto» (Ivan Illich, Elogio della bicicletta).

Più veloce di un’auto.«Se si considera il tempo passato in coda, a fare benzina, a ripararla eccetera, con l’automobile si procede, al netto, a una velocità di cinque chilometri l’ora. Con la bicicletta si toccano i 20-30, dipende dalla gamba» (

LATOUCHE Serge

Vannes, 12 gennaio 1940. Economista. Teorico della decrescita. Professore di Scienze economiche all’Università di Paris XI e presso l’IÉDÉS (Institute d’Étude du Dévelopement Économique et Social) di Parigi. Libri: L’occidentalizzazione del mondo; Il pianeta dei naufraghi; I profeti sconfessati; La megamacchina; Il pianeta uniforme; Il mondo ridotto a mercato; La fine del sogno occidentale; Come si esce dalla società dei consumi ecc.

Serge Latouche ).

Risparmi. Dal settembre 2008, il servizio degli Ubm milanesi ha fatto risparmiare 18.60 tonnellate di anidride carbonica.

A Roma convengono le multiple. A Roma, a offrire il servizio delle consegne in bici entro il Grande raccordo anulare sono gli “eco alfieri” di E adesso pedala. Conveniente la corsa “multipla”: una corsa con 10 o più consegne effettuate insieme è contegggiata con la tariffa più bassa, indipendentemente dalla zona di appartenenza. Esempio: se tra i 10 indirizzi della corsa multipla ci sono 5 nella zona C, 3 nella zona B e 2 nella zona A, si paga come se si trovassero tutte nella zona A. Tariffe: Zona A (centrale): 5 euro;  Zona B (semiperiferica): 10 euro; Zona C (periferica): 15 euro (tutti i prezzi sono da intendersi + iva).

I servizi nelle altre città. A Bari, i “postini” di Bari express pedalano fino a 20 km dalla città, con una tempistica che va dai 45 minuti alle 4-5 ore e, tra i servizi proposti, ci sono anche le operazioni di sportello presso banche o uffici postali, disbrighi amministrativi, la consegna di omaggi floreali e il ritiro/consegna di pacchi in lavanderia. Al Lido di Venezia, Express Bici, oltre ai classici servizi dei corrieri tradizionali (50 euro per l’abbonamento da dieci tagliandi), offre anche la possibilità di un forfait per piccole consegne quotidiane condominiali (pane, giornali ecc.) o per la spesa collettiva. Bicicorriere di Parma, oltre a documenti e pacchi, compra e consegna medicinali agli anziani, porta i cambi d’abito in ospedale o i pasti a domicilio. Consegne eco-rapide anche a Firenze con Ecopony, a Reggio Emilia con Bike Messenger, a Carpi con Pony Bike, a Catania con Bici Express Catania, a Palermo con Cicloop,  a Pisa con le Ecosaette.

80 km al giorno. Un pony express a pedali può percorrere anche ottanta chilometri al giorno.

L’aiuto dei mezzi pubblici. Racconta Giacomo Elia, fondatore di Velocittà: «Dal punto di vista del servizio possiamo anche essere più efficienti dei mezzi tradizionali. Un corriere in bicicletta è più veloce nei brevi tragitti, intesi quelli entro i sei km e con un costo a volte minore (salvo si chieda la consegna veloce entro l’ora, che può arrivare a 20 euro a consegna). Dove non arriviamo in bici ci facciamo “aiutare” dai mezzi pubblici senza mai abbandonare la bicicletta. Abbiamo infatti bici pieghevoli per le grandi distanze. Ad esempio, se devo arrivare all’Eue per una consegna, una volta arrivati in bici a Termini (Velocittà a Romaha sede al Pigneto a un km dalla stazione Termini, ndr) monto sulla Metro B con la bici pieghevole a Termini e scendo a destinazione, qui si prende di nuovo la bici e se il luogo di consegna è distante, su di nuovo in metro e si scende alla fermata più vicina al luogo di arrivo».

12.000 km in un anno. In un anno da bike messenger, Roberto Peja ha percorso 12mila km. Come fare quattro Giri d’Italia o quaranta volte un GP a Monza, solo nel traffico del capoluogo lombardo.

UBM è il primo servizio di consegne veloci in bicicletta nato in Italia UBM è il primo servizio di consegne veloci in bicicletta nato in Italia
Un'auto procede, al netto, a cinque km l’ora. Con la bici si toccano i 20-30 km Un’auto procede, al netto, a cinque km l’ora. Con la bici si toccano i 20-30 km
Gli Ubm non si fermano mai, neppure in caso di pioggia o neve Gli Ubm non si fermano mai, neppure in caso di pioggia o neve
Nel 2008 il servizio degli Ubm ha fatto risparmiare 18.60 tonnellate di CO2 Nel 2008 il servizio degli Ubm ha fatto risparmiare 18.60 tonnellate di CO2
 




Ed ecco l’installazione della nuova caldaia

5 09 2011

La nostra nuova caldaia è una caldaia murale a condensazione mod.Riello Condensa pro System con potenzialità 99 kw, camera stagna,tiraggio forzato,pompa di iniezione e centralina di termoregolazione con sonda esterna.

Verificheremo nel corso dell’anno la riduzione dei consumi e quindi quella delle emissioni di CO2.

L’installazione delle termovalvole ci permetterà di raggiungere più facilmente i nostri obiettivi.

Arrivederci alla prima bolletta!!http://www.flickr.com/photos/55338612@N08/sets/72157627625710035/





FINALMENTE VIENE RIMOSSA LA VECCHIA CALDAIA A GASOLIO

10 07 2011

Sono passati pochi giorni dall’esecuzione degli scavi ed ecco che i tecnici si adoperano per la rimozione della vecchia caldaia a gasolio. Il locale caldaia è in una posizione non troppo felice e quindi è  necessario l’utilizzo della gru. Noi assistiamo alle operazioni , ma ovviamente non ci possiamo avvicinare per motivi di sicurezza. Ed ecco che il grosso del lavoro è fatto e siamo pronti per l’istallazione della nuova super caldaia a condensazione che avverrà entro pochi giorni.

Alla prossima….

http://www.flickr.com/photos/55338612@N08/sets/72157627598449910/





FINALMENTE INIZIANO I LAVORI

5 07 2011

 

Siamo ai primi di luglio e ,con un leggero ritardo dovuto  a questioni burocratiche incominciano i lavori… Ecco le foto degli scavi che permetteranno di portare il gas metano fino al locale caldaia. La vecchia caldaia è ancora alimentata a gasolio. Nel giro di pochi giorni quest’ultima verrà rimossa e l’operazione non sarà molto facile a quanto sembra infatti richiederà l’intervento di una gru!! Seguiremo le varie fasi e vi documenteremo sullo svolgimento dei lavori.

A presto

http://www.flickr.com/photos/55338612@N08/sets/72157627597028294/with/6115576046/

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Azioni

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